In occasione della 74esima conferenza annuale della Wapor (World Association for Public Opinion Research) Francesco Molteni, Simone Sarti e Giulia Dotti Sani, membri del laboratorio spsTREND, hanno presentato una ricerca volta a studiare il malessere psicofisiologico durante la pandemia da COVID-19 in Italia.
In calce il video della presentazione, a cura di Giulia Dotti Sani.
L’obiettivo principale della ricerca è quello di studiare i livelli e i cambiamenti del disagio psicofisiologico durante la pandemia in Italia, il primo paese europeo ad essere colpito dal COVID-19 nel febbraio 2020. La ricerca è incentrata non solo sui livelli generali di malessere, ma anche sul disagio specifico legato all’esperienza di un evento negativo, definito come avere un membro della famiglia malato di o deceduto per COVID-19. Inoltre, poiché studi precedenti hanno mostrato l’esistenza di disuguaglianze nei livelli di malessere legate a caratteristiche socio-economiche, lo studio mira a verificare se soggetti con caratteristiche socio-economiche diverse abbiano avuto diversi livelli di malessere durante la pandemia in generale e in reazione a un evento negativo in particolare. Infine, poiché disponiamo di dati sia trasversali che longitudinali, abbiamo la possibilità di esaminare sia differenze tra persone con caratteristiche socio-economiche differenti in termini di età, genere e occupazione, ma anche di studiare il modo in cui il malessere è variato nel tempo per persone intervistate in due momenti differrenti della pandemia di COVID-19 in Italia.
Precedenti ricerche hanno mostrato aumenti del malessere psicofisiologico durante la pandemia, sia in Italia che altrove. Prima della pandemia, era risaputo che la perdita di una persona cara corrispondeva ad un drammatico calo del benessere, con conseguenze negative e durature in termini di salute mentale e funzionamento sociale. Inoltre, studi recenti hanno trovato tracce di stress post-traumatico in soggetti che hanno perso una persona cara durante la pandemia e che una perdita subita durante la pandemia suscita reazioni di lutto più acute rispetto a prima dell’emergenza sanitaria.
Altro fatto noto prima della pandemia è che alcuni gruppi socio-economici differiscono nella misura in cui manifestano malessere psicofisiologico. Ad esempio, è noto che le donne e le persone disoccupate tendono a riferire livelli più elevati di malessere.
All’interno di questo quadro, lo studio cerca di rispondere a quattro domande di ricerca: 1) Quali gruppi sociali hanno sofferto maggior malessere psicofisiologico durante la pandemia? 2) Quali gruppi hanno sofferto maggior malessere dopo un evento negativo? 3) Quali gruppi hanno recuperato maggior benessere nel corso della pandemia? 4) Quali gruppi hanno recuperato maggiormente a seguito di un evento negativo?
Per rispondere a queste domande, la ricerca si è basata sui dati ResPOnsE COVID-19, raccolti dall’Università degli Studi di Milano durante diverse fasi della pandemia, con l’obiettivo di monitorare il cambiamento di opinioni, comportamenti, benessere e percezione del rischio degli italiani. I dati, ottenuti tramite un panel opt-in e seguendo un disegno rolling cross-section, sono stati raccolti tra aprile e luglio 2020 e marzo e giugno 2021 e comprendono anche una componente panel, ovvero una percentuale di soggetti che è stata intervistata in entrambe le rilevazioni.
La variabile dipendente è il malessere psicofisiologico, misurato come la frequenza con cui i soggetti si sono sentiti nervosi, depressi, soli o hanno sperimentato reazioni fisiche avverse nell’arco della settimana precedente l’intervista. La principale variabile indipendente è aver vissuto un evento negativo correlato al COVID-19, ovvero un membro della famiglia contagiato da COVID-19, ricoverato, o eventualmente deceduto. I dati mostrano come effettivamente i soggetti che hanno vissuto la morte di un parente mostrino livelli più alti di malessere psicofisiologico rispetto a persone che non hanno vissuto alcun evento negativo.
Coerentemente con i dati precedenti, troviamo che le donne e i giovani hanno maggiori probabilità di mostrare livelli più elevati di malessere rispetto agli uomini e ai soggetti più anziani. Allo stesso modo, troviamo che i soggetti che hanno difficoltà a far fronte al reddito corrente o che sono disoccupati hanno livelli di disagio più elevati.
Quando si passa all’interazione con l’esperienza di un evento negativo, troviamo che le differenze di genere sono più pronunciate tra i soggetti che non hanno vissuto un evento negativo, mentre sostanzialmente scompaiono tra coloro che hanno vissuto la morte di un familiare. Un risultato simile si può riscontrare per il reddito, dove il divario maggiore si riscontra tra coloro che non hanno vissuto l’evento negativo, mentre le differenze sono molto minori tra il gruppo in cui un parente è deceduto per COVID-19.
Al contrario, troviamo grandi divari in termini di età, poiché i soggetti più anziani sembrano riportare minor malessere rispetto ai più giovani, mentre i soggetti più giovani che hanno sperimentato un evento molto negativo, come un lutto, hanno i livelli di malessere più alti. Un modello simile emerge tra i disoccupati, il gruppo che segnala il più alto livello di malessere dopo la morte di un parente a causa del COVID.
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