Come si presenta la configurazione dello spazio di competizione elettorale ai tempi della pandemia in Italia? Ne ha parlato Nicola Maggini, membro di spsTREND, venerdì 3 dicembre al convegno SISE-POPE-Itanes presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Firenze. La ricerca è il frutto di una collaborazione con Cristiano Vezzoni, coordinatore scientifico di spsTREND.
I sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani durante la pandemia da COVID-19 hanno evidenziato una relativa stabilità degli orientamenti elettorali nella prima fase della pandemia e una certa fluidità nell’area di centrodestra dopo la caduta del governo Conte II e la nascita del governo Draghi, con una flessione della Lega e la crescita di Fratelli d’Italia (FdI). Anche nel campo del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle (M5s) si sono verificati eventi politicamente rilevanti nel passaggio tra i due governi: il cambio di leadership nel Partito democratico (Pd), l’addio al M5s della componente ostile al governo Draghi e infine la leadership del Movimento affidata a Conte.
I risultati delle ultime elezioni comunali hanno confermato, in un contesto di bassa affluenza elettorale, la situazione di difficoltà elettorale della Lega e del M5s, la capacità di resilienza del Pd e l’avanzata di FdI nell’area del centrodestra. Tutti questi sommovimenti hanno portato gli stessi leader – oltreché i commentatori – a ipotizzare federazioni o partiti unici nel centrodestra e alleanze più o meno strategiche tra Pd e M5s in vista delle prossime elezioni politiche.
Ma in quale misura queste ipotesi di alleanze, federazioni o fusioni sono coerenti con la propensione che gli italiani hanno a votare per le varie forze politiche? I dati raccolti (con una inchiesta campionaria Rolling Cross Section) nell’ambito della ricerca ResPOnsE COVID-19 del Laboratorio spsTREND “Hans Schadee” dell’Università degli Studi di Milano permettono di fornire una prima risposta. In particolare, attraverso lo strumento delle propensioni al voto per un partito (propensity to vote ̶ PTV) abbiamo indagato se e come è cambiata la configurazione dello spazio della competizione elettorale tra i principali partiti in tre distinte fasi temporali: durante la prima ondata pandemica (primavera-estate 2020), durante la terza ondata (primavera 2021) e nel mese successivo alle elezioni comunali (novembre 2021).
Risultati principali
I risultati mostrano che nel campo del centrodestra esiste una vasta area di elettori disponibili a muoversi da un partito all’altro, pur rimanendo nel centrodestra. In quest’area una posizione di forza la occupa FdI, attrattiva anche verso gli elettori del M5s, in particolare al Nord e nella ex Zona Rossa.
Sull’altro versante dello spettro politico, la comune esperienza di governo nel gabinetto Conte II sembra aver reso più compatibili rispetto al passato gli elettorati potenziali di Pd e M5s. Tuttavia, la sovrapponibilità è molto minore di quella riscontrata nel centrodestra. Inoltre, sembra persistere una latente dimensione sinistra-destra che ancora limita fortemente i potenziali movimenti di voto tra aree di opposto colore politico, con il M5s che mantiene comunque una certa trasversalità.
Il Pd invece ha un’area significativa di elettori “fedeli”, ossia non disposti a votare altri partiti, ma è più isolato nello spazio di competizione elettorale (soprattutto al Nord).
Se l’evoluzione del contesto pandemico e la crisi politica che ha portato alla nascita del governo Draghi non sembrano aver avuto un forte impatto sulla configurazione dello spazio di competizione elettorale che è rimasto sostanzialmente invariato tra prima e terza ondata pandemica, un impatto maggiore sembrano averlo esercitato le elezioni comunali dell’ottobre 2021. A un mese di distanza dalle comunali e all’inizio della quarta ondata, infatti, sono stati riscontrati alcuni elementi di novità: la crescita del potenziale elettorale di Forza Italia, più attrattiva verso gli alleati e il M5s; la riduzione del potenziale elettorale di quest’ultimo, che perde anche gran parte della sua trasversalità; un minore isolamento del Pd nello spazio di competizione elettorale.
Infine, per quel che riguarda i partiti minori, Sinistra Italiana/Mdp risulta compatibile elettoralmente sia col Pd che col M5s; Italia Viva è politicamente trasversale; Azione condivide molti elettori potenziali col Pd, ma anche con la Lega, mentre non ha niente in comune col M5s e tra i partiti più piccoli è l’unico con uno zoccolo duro di elettori “fedeli”.
Il video della presentazione è disponibile sulla pagina Facebook della SISE (a un ora e ventuno minuti del video)
Photo by Etienne Girardet on Unsplash